Mi chiamo morgan (marco castoldi) sono un musicista italiano inespresso. ho popolarità nel mio paese, ho realizzato negli anni novanta tre album interessanti con la band 'Bluvertigo' e poi come solista altri tre di genere intimistico uno dei quali particolarmente celebrato (canzoni dell'appartamento) nel primo decennio del ventunesimo secolo.
La qualità del mio lavoro è stata così apprezzata da essere chiamato a svolgere un ruolo nella televisione pubblica, in cui ho prestato le mie competenze come giurato di talent show per sette edizioni, in cinque delle quali ho portato alla vittoria un concorrente della mia squadra, entrando nel Guinness dei primati come il giudice che ha vinto più edizioni al mondo. Per ragioni molteplici ad un certo punto sono stato 'frenato' da un'operazione di attacco alla mia reputazione e alla dignità civile, sono stato pubblicato in modo diffamante, e da quel momento è iniziata una degenerativa descrizione della mia persona come non più credibile, indisciplinata, e a ciò è conseguita la mia esclusione dal mondo della musica, non da quello televisivo, probabilmente per mano del perbenismo e dell'ignoranza bigotta e arretrata di una certa classe dirigente del settore. Da alcuni anni vivo una condizione distruttiva e degradante, poiché privato della pubblicazione discografica, della legittima presenza nel mercato musicale di questo paese, che ho però contribuito a nutrire culturalmente, motivo per il quale la popolazione mi è riconoscente, ignara delle ragioni per cui oggi non può disporre delle mie produzioni musicali, e che nel tempo si è convinta della mia esaurita fonte di ispirazione. Negli ultimi quindici anni l'industria della musica di questo paese ha molto goduto del frutto della mia abilità di scoprire ed educare il talento di giovani che ho intercettato tra migliaia di aspiranti, e consegnato loro, molti, non uno, dei principali sono pilastri della attuale economia musicale, ma senza riconoscenza verso chi ha generato questi loro propulsori di attività, ingratitudine verso chi li ha partoriti, non producendo la mia musica ma usando la mia visione musicale, la mia capacità, con il solo intento di profittare di un artista, abusare della sua energia, scorticandolo, fino ad esaurimento. Eppure, nonostante questa brutale devastazione, io rimango un musicista inventivo, prolifico e moderno e originale, ispirato, appassionato, perché la mia anima non è scalfita dalla stupidità, dalla violenza, dalla meschinità e dallo squallore dell'ignoranza, dalla viltà. Quindi in questi quindici anni ho sofferto, emarginato forzatamente, drasticamente, da ciò che più amo e che meglio so fare perché mi appartiene naturalmente, cosa grazie alla quale sono riuscito ad emergere dopo essermi impegnato studiando, coltivandola con abnegazione, determinazione e serietà, ossia la musica.